La creatività non fa a pugni con la disciplina
(Johan Cruijff)
La rappresentazione più tradizionale della creatività è la lampadina che si accende, ma c’è molto di più da dire sulla questione.
È vero che l’idea che balena in testa in modo inaspettato “accende” qualcosa nella mente e dà una piccola scarica di adrenalina, ma non è un evento del tutto casuale. È l’effetto di un processo con fasi prestabilite che culmina con un’illuminazione, ma senza disciplina con una semplice idea non si va da nessuna parte.
Le idee nascono da una mente fertile, coltivata con tanta formazione, ore di lettura ed esperienze di ogni genere. Il nostro cervello è come un grande magazzino in cui possiamo stipare informazioni di varia natura, anche riguardanti ambiti che sono lontani dalla nostra professione e dai nostri interessi. Quando meno ce lo aspettiamo, riusciamo a recuperare, anche inconsciamente, nozioni che non ricordavamo di sapere, ma che sono un tassello importante nel processo creativo che si sta svolgendo nella nostra testa.
Pensiero convergente e divergente
La scienza spiega che esistono due tipi di pensiero: convergente e divergente. Nel suo articolo intitolato Creativity pubblicato nel 1950 in American Psychologist, J.P. Guilford è il primo a considerare entrambi parti essenziali del processo creativo.
Il pensiero convergente è il ragionamento che segue procedure e metodologie precise, abbina causa ed effetto, delinea il prima e il dopo. Impariamo ad utilizzarlo già nei primi anni di scuola quando impariamo a risolvere i problemi matematici.
Il pensiero divergente, invece, lavora per associazioni di idee, ci fa guardare il problema da punti di vista differenti e proprio per questo possiamo trovare molteplici soluzioni, tutte diverse, ma comunque valide.
Edward De Bono lo chiama pensiero laterale.
Il processo creativo, quindi, è composto da questi due tipi di pensiero: uno lineare e l’altro multidirezionale.
Vediamo quali sono le sue fasi secondo Graham Wallas:
Si analizza il problema e si cerca una possibile soluzione tra ciò che conosciamo, pescando tra esperienze e competenze già acquisite
E’ una fase di elaborazione del proprio bagaglio personale, il fine è trovare una nuova idea che funzioni. Si va per tentativi e flussi di idee disordinati. Tutto ciò che risulta inefficace o poco coerente alla soluzione è da eliminare
E’ l’Intuizione, l’idea geniale e improvvisa che salta fuori quando meno te lo aspetti e spesso quando non ci stai pensando. Capita di lavorare ad un progetto per una intera giornata di lavoro senza riuscire a trovare la soluzione che cerchi ed avere un’illuminazione mentre ti stai lavando i denti prima di dormire. Questo dimostra che il nostro cervello lavora nel subconscio senza che ce ne accorgiamo.
L’idea deve essere confrontata con la realtà per capire se davvero funziona o è solo un volo pindarico.
Nell’ambito della grafica e nel mondo della comunicazione il processo creativo è la base di ogni progetto. Bisogna comunque tenere presente qual è il nostro pubblico di riferimento, capire cosa piace e come presentarlo per farlo apprezzare.
Per me il processo creativo è come andare al luna park: mi diverto sempre, qualsiasi sia la “giostra”!
E per voi?
Fonti:
immagine di copertina di jannoon028
www.eticamente.net
www.centodieci.it
www.balenalab.com